Alcide Gallani è nato a Treviso nel 1954 e vive a Como. Dopo aver frequentato l’Istituto d’Arte “Fausto Melotti” di Cantù (Como), nel 1977 si diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano con i maestri Ilario Rossi, Raffaele De Grada, Luigi Veronesi e Alik Cavaliere. L’incontro e la frequentazione di alcuni protagonisti dell’arte contemporanea hanno contribuito ad arricchirlo emozionalmente e culturalmente. Dagli anni ’80, parallelamente al suo lavoro di docente, opera nel campo della pittura, della scultura e dell’incisione. All’inizio degli anni ’90 approfondisce le competenze e le conoscenze relative alla salvaguardia dei beni culturali attraverso corsi formativi sulla diagnostica, la conservazione e il restauro di opere d’arte. Dal 2015 inizia una collaborazione con il poeta Pietro Berra: “Poesia in scatola”, testi poetici racchiusi in scatole in porcellana, pezzi unici numerati e dipinti a mano.
Alcide G was born in Treviso in 1954 and lives in Como. After attending the Art Institute “Fausto Melotti” in Cantù (Como), in 1977 he graduated at the Accademia di Belle Arti di Brera in Milan with Ilario Rossi, Luigi Veronesi, Raffaele De Grada and Alik Cavaliere. The meeting and the attendance of some contemporary artists have contributed to enrich him emotionally and culturally. From the 1980s, in parallel to his work as a teacher, working in the field of painting, sculpture and engraving. In the early 1990s he discussed the skills and knowledge related to the preservation of cultural heritage through training courses on diagnostics, conservation and restoration of works of art. From 2015 he began a collaboration with the poet Pietro Berra: “canned Poem” poetry encased in porcelain boxes, unique pieces numbered and hand painted.
Hanno scritto di me…
Alcide Gallani sviluppa la sua tematica attraverso il segno, un fluido che inscrive parole e concetti all’interno di ogni opera, che diviene così comunicazione fresca e spontanea dell’interiorità. Il linguaggio scritto, nel lavoro di Gallani, viene a far parte dell’operazione pittorica, anzi, assieme ai simboli semplici del linguaggio figurato, ne occupa una parte preponderante. Il quadro di Gallani si arricchisce così di apporti scenografici, impostazioni grafiche e appunti cromatici tali da rendere la grafia incalzante, varia e ben articolata. Quello di Gallani, insomma, è un racconto romantico e cromatico insieme, nel quale tecnica e poesia si sommano per sostenere la ricerca dell’immagine.
Giacomo Ferrera
Una pittura gioiosa su un tema cardine della vita e dei comportamenti umani. Gallani traduce in segno, in colore, in immagine, la ricerca, l’ansia, l’euforia, il ripensamento, il dubbio, movimenti caratteristici dell’esperienza amorosa. Il discorso ha una sua valenza narrativa in una dimensione estetizzante ma non priva di ironia. Il simbolo d’amore più comunemente usato è il cuore, Gallani lo introduce sulla tela, lo cerca, lo costruisce, lo trasforma quasi a riprodurre con le ondulazioni, i ghirigori, l’imprevedibilità del movimento, la mobilità del sentimento umano. Le opere di Gallani sono pagine di diario, spesso presentano anche l’annotazione di un pensiero, un riferimento autobiografico, sono realizzate con materiali e tecniche diverse, sono la sedimentazione della vita dell’artista.
Emilia Marasco
…Gallani traccia segni-parole-percorso, inquadra razionalmente e talvolta cancella perplesso. Stende colori vivaci per poi velarli o viceversa vitalizza con guizzi tortuosi coloriture accennate. Sono in lui il senso del “viaggio”, della casualità dell’evento in tutta la sua “necessità”. Vuole essere navigatore colorato dei sentimenti e delle avventure del pensiero, con libertà e con amore. Rincorrendo i battiti del proprio cuore, uno dopo l’altro, va alla ricerca di quel centro vitale dell’universo, incollocabile, sfuggente ma, in quanto tale e paradossalmente, ben presente in ogni individuo che veramente accetti e comprenda l’avventura dell’esperienza umana.
Michele Caldarelli
…Le sensazioni, gli stimoli della mente e le pulsioni del cuore trovano nel marmo un luogo in cui proporsi nella cristallizzazione dell’attimo o nella rappresentazione simbolica del divenire. La capacità di Gallani di saggiare e di manipolare la pietra, evidente nelle opere recenti, consente alla scultura di farsi ancora di più momento di manifestazione di un pensiero. La materia, trattata “per via di levare”, risulta particolarmente efficace nel dare suggestioni, con quelle forme che alludono senza descrivere, con quelle trasparenze che lasciano all’immaginazione il vedere oltre, con quella superficie perfettamente liscia che chiama la carezza e invita al contatto. L’esito formale è sempre, al di là dei significati più o meno evidenti, quanto mai equilibrato in una astrazione sottile e raffinata che non cerca mai, per scelta, di sfuggire a una leggera parvenza figurativa…
Luigi Cavadini
Gallani si introduce nei meandri di un “percorso di vita” rappresentato da un autentico filo conduttore, che durante il suo cammino incontra l’amore, il sesso (due cose distinte), gli imbrogli e dispiaceri della vita, concludendo però sempre con l’ottimismo della speranza, rappresentato da un cuore… Un artista che scrive dipingendo potremmo quasi definirlo, non senza però sottolineare ancora la simbologia che pervade ogni opera.
Marco Fogliata Sorsoli
Il “filo del discorso” di Alcide Gallani verte sull’amore. Lo circonda, lo mimetizza, lo vive e lo canta con un’esuberanza gioiosa. Lo lega a un “filo” e lo dipana o lo aggroviglia, affinchè se ne intuisca la libertà e il pudore, l’affermazione e il suo nascondimento. Un “filo di pensiero” diviene il segno senza interruzioni della parola scritta in corsivo, della frase ripetuta e ripetuta fino a diventare groviglio che non si lascia intendere se non ci si avvicina con un vero interesse. E poi sciogliendosi muta ancora in allegoria: un cuore, le labbra, la parola “amore” ora chiaramente espressa. Stereotipi semplici, simboli palesi del poetico urbano, del basilare impulso all’espressione che impregna i graffiti, gli spray delle spontanee, eterogenee “decorazioni” dei muri cittadini. La freschezza intuitiva è la stessa. Certo il lavoro di Gallani non risente della frettolosa furtività di tutte quelle anonime azioni di segreta voglia di trasgressione insieme alla volontà individuale di “ lasciare un segno” di sé, un messaggio povero, un cuore, una scritta, un’imprecazione…
Per Alcide Gallani è la dimensione della tela ad assumere veste scenografica, a determinare il “luogo” del messaggio. Sono i cromatismi a scandire le ombre e le luci. Le sfumature, i passaggi tonali trasformano e caratterizzano gli spazi, li delimitano e diversificano secondo criteri pittorici e grafici, fusi ecletticamente nell’appropriato accostamento di tecniche diverse.
Cristina Belloni